Home
Direttivo
Atleti
Trofeo Maori
Links
Sponsor
GuestBook
Programma
Risultati atleti
Gallery
Editoriale
Meteo
Statuto
E-Mail
 

Valid CSS!

 
 
Gruppo Sportivo Tebaldi
 

Ancora sulla strada

Verona, 01-04-2007

Già ieri sera la “vecchia Bianchi” aveva capito che questa mattina avrebbe dovuto rimettere in moto i vecchi ingranaggi, le ho montato le "cinghiette" sui puntapiedi e dopo aver ingrassato abbondantemente la larga catena, adatta ai sei rapporti, le ho fissato all'orrizontale, il glorioso numero portato in occasione dell'Eroica, a mò di trofeo, un modo per dire io c'ero e l'ho portata a termine. E' già, oggi era il giorno della prima uscita sociale della squadra e come da programma l'andatura turistica permetteva di presentare in squadra la “vecchia Bianchi”, dopo l'Eroica non avevamo più avuto l'occasione di uscire assieme, forse il ricordo della straordinaria stanchezza provata, forse il timore di sporcare tanta eleganza, o la razionale consapevolezza che con una vecchia signora non sono permessi particolari andature esuberanti e che tale sobrietà va apprezzata con rilassatezza e tempi blandi tipici di un passato prossimo ormai purtroppo lontano e quasi dimenticato, avevano consigliato di lasciarla comodamente appoggiata sul cavalletto in garage. Ma oggi poteva essere la giornata speciale per fare un giro. Ogni volta che l'osservo penso a quanta strada può aver fatto e quanti luoghi può aver attraversato, e quanti ciclisti l'hanno condotta, chi con passo sportivo ed altri probabilmente con passo più turistico, quante storie di viaggio potrebbe raccontare, quante volte si è dovuta arrestare sul ciglio della strada per farsi riparare le forature ai suoi pneumatici. Io l'ho condotta per qualche tempo, per conoscerla per capirla, com’è normale che avvenga tra amici d’età diversa, per carità, sicuramente, anagraficamente io ho più anni di lei, ma ciclisticamente siamo d’epoche diverse, io ho iniziato relativamente da poco, lei probabilmente ha più chilometri di quelli che io ho pedalato fin'ora. Abbiamo fatto insieme l'Eroica, esperienza stupenda che sicuramente ripeteremo, ma oggi l'ho portata fuori per farle fare passerella, farla vedere alle ragazze del gruppo, per fare un'uscita in compagnia ad un passo per lei accettabile, mi sono detto, quale occasione migliore? Le prossime uscite sociali prevedono salite impegnative e la mia Bianchi, con il suo telaio d’acciaio non è certo un peso piuma, anche se per la sua età mantiene una linea invidiabile. No oggi è la giornata migliore per uscire, anche se il tempo non promette meraviglie, ma non importa, la compagnia è quella giusta e non è giusto rinunciare. Alle 8.20 partiamo da casa, la posizione non è proprio quella perfetta, ma la proverbiale comodità dell'acciaio consente un discreto confort. Durante il tragitto che ci conduce alla diga, riprendo confidenza con i freni e con il cambio al telaio, in fin dei conti non è poi così difficile, certo non sono cambiate silenziose ed immediate ma il loro fascino sta appunto in questo, mi avvicino alla diga ed in lontananza non scorgo nessuno del gruppo, mah! Probabilmente sono un’pò in anticipo, proseguo in direzione Parona per non raffreddarmi, il tempo non è migliorato, la strada è umida ed i ciclisti che si ritrovano non sono così numerosi come il solito, inizia a farsi strada nella mia mente il dubbio...... quanti saremo questa mattina? Le ragazze verranno? Se non vengono l’andatura sarà inevitabilmente più alta, forse mi salvo con qualche principiante che sicuramente non mancherà.! Ritorno verso la diga, sono le nove meno un quarto e ancora non si vede nessuno. I dubbi aumentano, verranno i soliti, ciclisti incalliti, macinatori di chilometri con gambe e fiato allenato. Aiuto! Mi sa che ho sbagliato ad uscire con lei, vecchia Bianchi con sei rapporti a disposizione. Iniziano ad arrivare i primi e il tempo passa! Alle nove, orario previsto per la partenza siamo in pochi e in pratica il gruppo che ogni Sabato si tira il collo per le strade della provincia. I dubbi diventano certezze, addio uscita a ritmo turistico. Ci avviamo verso la meta prevista anche se il cielo è nero e non promette nulla di buono, mi metto in testa, così almeno imposto io l’andatura e sopratutto non devo usare i freni all’improvviso. Nonostante la buona volontà, i tempi di reazione di questi meccanismi risentono del tempo trascorso. Ovviamente non ho il computer sul manubrio e vado a sensazione, chiedendo a Claudio che mi affianca a che velocità stiamo procedendo, ma lui per eccesso di zelo si è preso un computer d’ultimissima generazione che fa tutto, ma è talmente complicato che non si riesce ad avere la velocità istantanea, o troppo moderni o troppo antichi, non importa proseguiamo, pedalare è bello ed in compagnia si sente meno la fatica. Siamo in pochi, veramente in pochi, per essere la prima uscita sociale, ci viene il dubbio che la data abbia creato qualche pensiero ai più maliziosi, proponiamo quindi di abolire le uscite sociali all’ultimo di carnevale ed al primo d’aprile, così per evitare ogni tipo di contestazione... Il tempo non c’è amico, verso Monzambano iniziano a scendere le prime gocce, optiamo quindi per deviare verso Peschiera, e inizia per me la battaglia! Vanno in testa a tirare Luciano e Guido, faccio fatica a mantenere il loro ritmo, la bici è poco scorrevole, pesante, sui sali e scendi devo decifrare la pendenza prima e scegliere il rapporto adatto, il tempo di compiere la cambiata e chi è davanti me, mi dà 5-10 metri, devo spingere per riprendere la ruota, il ritmo aumenta ma non capisco a che velocità andiamo, sento solo le gambe farsi dure. In breve arriviamo a Peschiera e ci fermiamo a bere un caffè, a detta di Reani nel miglior Bar del basso lago .....!!! sarà? I pasticcini sul bancone erano in ogni caso ottimi! Il tempo concede una tregua, si riparte in direzione Bardolino con la salita del Pino che ci aspetta, ci sono stato il giorno prima assieme a Gigi e Pierino, con la bici giusta, vediamo oggi come andrà. In prossimità di Pacengo, stuzzicati da un ex dilettante il ritmo si fa importante, fino a diventare veramente impegnativo a Cisano, non riesco a tenere la ruota, più di così la vecchia Bianchi non può dare, è sull’orlo di un infarto meccanico e le mie gambe sono dure come il marmo, rallento e metto un rapporto più agile. Inizia la salita del Pino e sono alla frutta..... che dura! La bici non va avanti, come se si rifiutasse di essere sottoposta a tutto questo stress, devo spingere sui pedali anche se mi viene l’istinto di tirare, con la sola conseguenza di sfilare il piede dal puntale, per fortuna che la salita è corta, ma quanta fatica, che differenza tra il giorno prima, e dicono che bastano solo le gambe, dovrebbero provare! Non puoi cambiare sotto sforzo, devi decidere che rapporto usare tra i pochi a disposizione, o sei troppo duro o troppo agile, le leve dei freni hanno un’impugnatura alla quale non siamo più abituati, è più facile restare seduti, insomma un’altra cosa. Riesco ad arrivare in cima e grazie alla buona volontà dei compagni che mi aspettano arrivo anche al lungadige. Certo mi aspettavo una giornata diversa, ma mi sono in ogni modo divertito, anche è stata un’uscita sociale anomala, senza neanche il Presidente e il fido Cassiere, che hanno dato buca.......ampiamente giustificati dai nuovi arrivi! Almeno ho conquistato punti Maori che vanno sempre bene, non si sa mai! Arrivato a casa depongo la bici sul cavalletto, sembra avere un’aria stanca, se potesse parlare mi riprenderebbe di certo! “non si tratta così una vecchia signora. Un pò di rispetto!” “Cribbio!” Non avrebbe tutti i torti.....

 

Luca Ferrarini